Ripensando nel tempo alle esperienze delle edizioni passate di English in Action, vivo rimane il ricordo dell’entusiasmo dei ragazzi protagonisti nell’agire attraverso la comunicazione in inglese.
“As the programmes were learner-centred, students were actively engaged in the learning process, expressing their intellectual and physical enthusiasm for the English Language.”
Come poter dimenticare l’immagine della luminosità degli sguardi curiosi degli studenti in attesa di un evento per loro straordinario, il desiderio di imparare a parlare e a comunicare con i profe inglesi, la gioia di coloro che sono riusciti a vincere la paura di sbagliare per riuscire a pensare, dire, fare, cantare, scrivere, recitare in inglese davanti ad un pubblico italiano?
Tutto ebbe iniziò con un convegno del Lend a Portonovo Ancona, nell’estate del 2002. Da lì partì l’idea di provare a sperimentare questo progetto diffuso nelle scuole superiori europee, ma all’epoca nuovo per la realtà italiana, una piccola scuola media nel cuore della valle Camonica. Come si conciliava il tutto nel piano formativo della scuola, con quali modalità organizzative, ma soprattutto con quali ricadute sull’utenza?
Il progetto nacque dalla necessità di rispondere ai bisogni formativi degli alunni, tenuto conto della singolarità e della valenza educativo-didattica a carattere internazionale dello stesso, poiché pensato nell’ottica per l’ampliamento di prospettive scolastiche, linguistiche, comunicative e culturali dei nostri studenti che sono i futuri cittadini d’Europa e del mondo.
Migliorare la motivazione e l’ interesse per l’apprendimento delle lingue straniere presso la scuola media ha significato individuare i bisogni, progettare più obiettivi formativi nonché le attività, i metodi, le soluzioni organizzative e le modalità di verifica necessarie per trasformarli in competenze degli studenti individuali o di gruppo.
L’intervento dei flying teachers di English in Action si innesta e si integra nel curriculum linguistico della scuola che li ospita. E’ necessario pertanto che i docenti di lingua organizzino gruppi di studenti suddivisi per livelli di competenza, comunichino i programmi svolti alla Stafford House per consentire ai colleghi inglesi di poter iniziare immediatamente il lavoro al loro arrivo.
Il programma prevede che alcuni docenti madrelingua inglese in possesso della qualifica ELF ‑ English as a Foreign Language ‑ si rechino a scuola per un minimo di 25 ore, distribuite in 5 giorni lavorativi; il loro compito è quello di insegnare l’inglese in modo intensivo a gruppi con un massimo di 15 alunni. La comunicazione durante l’attività di English in Action tra studenti e docenti è solo in inglese.
Le attività proposte sono assai varie: interviews, tv and radio shows, drama games, party games, picture quizzes, treasure hunts, language auctions, project works, discussions, weather activities, “Things” races, running dictations, etc. I ragazzi imparano in un clima piacevole e rilassato che permette loro di mettere a frutto le diverse competenze, di soddisfare i bisogni di apprendimento, nel rispetto degli stili cognitivi di ciascuno.
Se tutto ciò mette in luce gli aspetti tecnici dell’apprendimento della lingua, non va sicuramente dimenticato il livello più profondo della comunicazione umana, ossia la circolazione continua di scambi di idee, pensieri, esperienze, emozioni, ricordi, collaborazioni, prassi, competenze linguistiche, sociali e professionali che coinvolgono tutti gli attori delle interazioni del sistema. Ne deriva sicuramente un arricchimento interpersonale che va al di là dei momenti scolastici, che non svanisce con il suono della campanella.
Dunque, English in Action attraverso l’inglese favorisce la formazione umana, sociale e culturale dei discenti, mediante il contatto e il confronto con una realtà diversa dalla propria, potenziando in tal modo la loro capacità di accettare e rispettare valori e culture diverse. Inoltre, dal punto di vista specifico dell’ apprendimento, la flessibilità delle strutture cognitive risulta potenziata attraverso il raffronto con i diversi modi di organizzare la realtà che sono propri di altri sistemi linguistici e culturali.
Spero che chi vorrà provare ad incamminarsi sul percorso di English in Action possa incontrare persone, luoghi ed eventi significativi nel raggiungimento delle mete ricercate. Infine esprimo la gratitudine ai teachers che hanno collaborato affinchè i miei studenti imparassero e studiassero con passione l’inglese. Fiorenza
Perchè English in Action
Ripensando nel tempo alle esperienze delle edizioni passate di English in Action, vivo rimane il ricordo dell’entusiasmo dei ragazzi protagonisti nell’agire attraverso la comunicazione in inglese.“As the programmes were learner-centred, students were actively engaged in the learning process, expressing their intellectual and physical enthusiasm for the English Language.”
Convitto Nazionale C. Battisti, Lovere, Italy
(da: www.ceg-uk.com/englishinaction/eia_testimonials.html)Come poter dimenticare l’immagine della luminosità degli sguardi curiosi degli studenti in attesa di un evento per loro straordinario, il desiderio di imparare a parlare e a comunicare con i profe inglesi, la gioia di coloro che sono riusciti a vincere la paura di sbagliare per riuscire a pensare, dire, fare, cantare, scrivere, recitare in inglese davanti ad un pubblico italiano?
Tutto ebbe iniziò con un convegno del Lend a Portonovo Ancona, nell’estate del 2002. Da lì partì l’idea di provare a sperimentare questo progetto diffuso nelle scuole superiori europee, ma all’epoca nuovo per la realtà italiana, una piccola scuola media nel cuore della valle Camonica. Come si conciliava il tutto nel piano formativo della scuola, con quali modalità organizzative, ma soprattutto con quali ricadute sull’utenza?
Il progetto nacque dalla necessità di rispondere ai bisogni formativi degli alunni, tenuto conto della singolarità e della valenza educativo-didattica a carattere internazionale dello stesso, poiché pensato nell’ottica per l’ampliamento di prospettive scolastiche, linguistiche, comunicative e culturali dei nostri studenti che sono i futuri cittadini d’Europa e del mondo.
Migliorare la motivazione e l’ interesse per l’apprendimento delle lingue straniere presso la scuola media ha significato individuare i bisogni, progettare più obiettivi formativi nonché le attività, i metodi, le soluzioni organizzative e le modalità di verifica necessarie per trasformarli in competenze degli studenti individuali o di gruppo.
L’intervento dei flying teachers di English in Action si innesta e si integra nel curriculum linguistico della scuola che li ospita. E’ necessario pertanto che i docenti di lingua organizzino gruppi di studenti suddivisi per livelli di competenza, comunichino i programmi svolti alla Stafford House per consentire ai colleghi inglesi di poter iniziare immediatamente il lavoro al loro arrivo.
Il programma prevede che alcuni docenti madrelingua inglese in possesso della qualifica ELF ‑ English as a Foreign Language ‑ si rechino a scuola per un minimo di 25 ore, distribuite in 5 giorni lavorativi; il loro compito è quello di insegnare l’inglese in modo intensivo a gruppi con un massimo di 15 alunni. La comunicazione durante l’attività di English in Action tra studenti e docenti è solo in inglese.
Le attività proposte sono assai varie: interviews, tv and radio shows, drama games, party games, picture quizzes, treasure hunts, language auctions, project works, discussions, weather activities, “Things” races, running dictations, etc. I ragazzi imparano in un clima piacevole e rilassato che permette loro di mettere a frutto le diverse competenze, di soddisfare i bisogni di apprendimento, nel rispetto degli stili cognitivi di ciascuno.
Se tutto ciò mette in luce gli aspetti tecnici dell’apprendimento della lingua, non va sicuramente dimenticato il livello più profondo della comunicazione umana, ossia la circolazione continua di scambi di idee, pensieri, esperienze, emozioni, ricordi, collaborazioni, prassi, competenze linguistiche, sociali e professionali che coinvolgono tutti gli attori delle interazioni del sistema. Ne deriva sicuramente un arricchimento interpersonale che va al di là dei momenti scolastici, che non svanisce con il suono della campanella.
Dunque, English in Action attraverso l’inglese favorisce la formazione umana, sociale e culturale dei discenti, mediante il contatto e il confronto con una realtà diversa dalla propria, potenziando in tal modo la loro capacità di accettare e rispettare valori e culture diverse. Inoltre, dal punto di vista specifico dell’ apprendimento, la flessibilità delle strutture cognitive risulta potenziata attraverso il raffronto con i diversi modi di organizzare la realtà che sono propri di altri sistemi linguistici e culturali.
Spero che chi vorrà provare ad incamminarsi sul percorso di English in Action possa incontrare persone, luoghi ed eventi significativi nel raggiungimento delle mete ricercate. Infine esprimo la gratitudine ai teachers che hanno collaborato affinchè i miei studenti imparassero e studiassero con passione l’inglese. Fiorenza