Dublino, 2006 - Da insegnante italiana ad alunna straniera
L’esperienza che abbiamo vissuto a Dublino è stata preziosa e per alcuni aspetti illuminante, perché ci ha consentito di "vestire" il ruolo di straniere, di ospiti, così come accade a tanti nostri alunni: Kaltum, Belmin, Vladimir, Ritzki, Pavani, Faheed, Noreen, Sandla, certamente ospiti privilegiate per il nostro ruolo e per la nostra provenienza, come non sempre avviene purtroppo per i bambini.
Nomi
Il mio nome è Barbara, tre A, tre suoni, il ritmo di una terzina in tre note, sol-sol-mi, quando risuona nella mia testa la voce con cui lo sento è quella di mia mamma…una lingua dai colori che conosco e riconosco da sempre, quella materna.
Il mio nome a Dublino suonava circa così "Barbra", due suoni, due note, diretto, veloce, contratto, eppure sono io… Buffo, non mi sento chiamata, non è il mio nome, devo porre attenzione anche per sentire quando mi chiamano! "The importance of pronouncing a name…"
Parole
Prima settimana. Questa valanga di parole di cui colgo il senso generale…a volte nemmeno quello, mi frastorna. Ascoltare tante ore questa lingua è come camminare e guardare il mondo a testa in giù: la frustrazione di non riuscire a parlare, la paura di non farsi capire, devo darmi tempo, devo dare tempo alla mia ragione perché gradualmente possa dare nuovo ordine ai pensieri…in inglese, of course!
Silenzi
Dublin, Emerald Cultural Institute-Aula 22, ore 9.00 del 25/9/2006.
Sono sulla buona strada. La mia mente è tempestata da suoni che lottano per trasformarsi in frasi, ma all’inizio è solo silenzio e di tutto quel caos di parole imprigionate non resta che uno sguardo smarrito, quasi divertito. Forse è questo che provano i miei alunni stranieri ed è questo che ha letto nei miei occhi la mia insegnante.
Sorrisi
Il sorriso libera le parole dalla "prigione delle paure di sbagliare", chi sta di fronte a me è disponibile ad ascoltare il mio Italenglish, perché l’importante è comunicare, comincio a sentirmi come a casa e allora quasi quasi mi viene voglia di "appendere il cappello"ma….ops è già ora di tornare!
Giochi
La regista dei giochi a scuola di solito sono io, ma qui mi sono trovata ad essere attrice.
Che pacchia! Di solito i giochi devo organizzarli io, mentre a Dublino qualcuno decideva per me che cosa fare durante la lezione. Mi sono messa in "gioco" mimando : the turtle, the lion, the post office, a tree…fra le risate chiassose delle colleghe e degli insegnanti.
E vi assicuro che la risata, linguaggio internazionale, unisce veramente tutte le diversità!
5.45 pm
Avete mai cenato come le galline?
Fate un corso a Dublino, obbligatoriamente in una famiglia del posto e vivrete un’esperienza unica.
Vi auguro di essere fortunati come me e di incontrare Mary and Tracy, che preparavano cene favolose, purtroppo ad un orario in cui noi italiani abbiamo da poco finito di fare merenda.
C’è voluto impegno ed anche un pizzico di coraggio per mangiare: lasagne, pollo fritto ripieno d’aglio, fish and chips, hamburger and chips, torte al burro guarnite di panna ad un’ora così insolita. Unico vantaggio: c’era tutto il tempo per la digestione, per bere l’Irish Coffe, per fare i compiti ed infine andare a dormire.
Meeting at Molly Malone
Neanche da ragazzina ho avuto una guida come quella di Dublino. Il "nostro" Daniele, unico vero "gallo" nel pollaio di tante insegnanti ci ha fornito indicazioni di qualsiasi tipo, ci ha accompagnato ovunque affinché il nostro soggiorno fosse il più piacevole possibile. I nostri meetings a Molly Malone erano il punto di partenza delle nostre emozionanti escursioni serali.
Di solito sono abituata ad organizzarmi da sola le uscite, ma a Dublino era tutto programmato, il che non era male.
Dublino, 2006 - Da insegnante italiana ad alunna straniera
L’esperienza che abbiamo vissuto a Dublino è stata preziosa e per alcuni aspetti illuminante, perché ci ha consentito di "vestire" il ruolo di straniere, di ospiti, così come accade a tanti nostri alunni: Kaltum, Belmin, Vladimir, Ritzki, Pavani, Faheed, Noreen, Sandla, certamente ospiti privilegiate per il nostro ruolo e per la nostra provenienza, come non sempre avviene purtroppo per i bambini.Nomi
Il mio nome è Barbara, tre A, tre suoni, il ritmo di una terzina in tre note, sol-sol-mi, quando risuona nella mia testa la voce con cui lo sento è quella di mia mamma…una lingua dai colori che conosco e riconosco da sempre, quella materna.
Il mio nome a Dublino suonava circa così "Barbra", due suoni, due note, diretto, veloce, contratto, eppure sono io… Buffo, non mi sento chiamata, non è il mio nome, devo porre attenzione anche per sentire quando mi chiamano! "The importance of pronouncing a name…"
Parole
Prima settimana. Questa valanga di parole di cui colgo il senso generale…a volte nemmeno quello, mi frastorna. Ascoltare tante ore questa lingua è come camminare e guardare il mondo a testa in giù: la frustrazione di non riuscire a parlare, la paura di non farsi capire, devo darmi tempo, devo dare tempo alla mia ragione perché gradualmente possa dare nuovo ordine ai pensieri…in inglese, of course!
Silenzi
Dublin, Emerald Cultural Institute-Aula 22, ore 9.00 del 25/9/2006.
Sono sulla buona strada. La mia mente è tempestata da suoni che lottano per trasformarsi in frasi, ma all’inizio è solo silenzio e di tutto quel caos di parole imprigionate non resta che uno sguardo smarrito, quasi divertito. Forse è questo che provano i miei alunni stranieri ed è questo che ha letto nei miei occhi la mia insegnante.
Sorrisi
Il sorriso libera le parole dalla "prigione delle paure di sbagliare", chi sta di fronte a me è disponibile ad ascoltare il mio Italenglish, perché l’importante è comunicare, comincio a sentirmi come a casa e allora quasi quasi mi viene voglia di "appendere il cappello"ma….ops è già ora di tornare!
Giochi
La regista dei giochi a scuola di solito sono io, ma qui mi sono trovata ad essere attrice.
Che pacchia! Di solito i giochi devo organizzarli io, mentre a Dublino qualcuno decideva per me che cosa fare durante la lezione. Mi sono messa in "gioco" mimando : the turtle, the lion, the post office, a tree…fra le risate chiassose delle colleghe e degli insegnanti.
E vi assicuro che la risata, linguaggio internazionale, unisce veramente tutte le diversità!
5.45 pm
Avete mai cenato come le galline?
Fate un corso a Dublino, obbligatoriamente in una famiglia del posto e vivrete un’esperienza unica.
Vi auguro di essere fortunati come me e di incontrare Mary and Tracy, che preparavano cene favolose, purtroppo ad un orario in cui noi italiani abbiamo da poco finito di fare merenda.
C’è voluto impegno ed anche un pizzico di coraggio per mangiare: lasagne, pollo fritto ripieno d’aglio, fish and chips, hamburger and chips, torte al burro guarnite di panna ad un’ora così insolita. Unico vantaggio: c’era tutto il tempo per la digestione, per bere l’Irish Coffe, per fare i compiti ed infine andare a dormire.
Meeting at Molly Malone
Neanche da ragazzina ho avuto una guida come quella di Dublino. Il "nostro" Daniele, unico vero "gallo" nel pollaio di tante insegnanti ci ha fornito indicazioni di qualsiasi tipo, ci ha accompagnato ovunque affinché il nostro soggiorno fosse il più piacevole possibile. I nostri meetings a Molly Malone erano il punto di partenza delle nostre emozionanti escursioni serali.
Di solito sono abituata ad organizzarmi da sola le uscite, ma a Dublino era tutto programmato, il che non era male.
Editta Mazzucchelli e Barbara Vitali